Salvatore Ferragamo. Il mago della calzatura è nato a Bonito e proprio in questo piccolo borgo ha iniziato ad appassionarsi alla lavorazione delle scarpe osservando per ore il ciabattino del paese. Le prime scarpe le realizza per le sorella che doveva fare la prima comunione, facendosi prestare il materiale e gli attrezzi dal ciabattino.
A sedici anni raggiunge i fratelli emigrati in America dove conosce e viene affascinato dal processo industriale e dalla modernità delle macchine, anche se ne individua i limiti qualitativi, che lui ha il progetto di superare.
Nel 1915 si trasferisce a Santa Barbara, in California, dove apre una bottega di riparazioni per calzature. In California entra in contatto con le Star del cinema per le quali inizia a disegnare e realizzare scarpe per i film. Le grandi Dive del momento diventano, quindi, sue affezionate clienti e quando, poi, si trasferisce ad Hollywood ed apre l’Hollywood Boot Shop, viene soprannominato il “calzolaio delle stelle”.
Infine, tornerà definitivamente in Italia, a Firenze, dove avvierà il suo impero della calzatura femminile, all’interno dello storico Palazzo Spini Feroni, edificio simbolico della Firenze medioevale, dove riesce anche a risollevarsi da un fallimento determinato dall’instabilità economica americana e mondiale.
Negli anni trenta in cui Mussolini chiede al popolo autarchia, Salvatore con creatività comincia a proporre materiali poveri in modo nuovo e, quindi, nasce la zeppa in sughero assieme alle tomaie in canapa, feltro, pelle di pesce e ricorre addirittura al cellofan, osservando la carta dei cioccolatini, luccicante ed elastica. Di questo periodo è la famosa scarpa Rainbow con la zeppa di sughero, realizzata per l’attrice Judy Garland, mentre recitava nel film “Il mago di Oz”, diretto da Victor Fleming.
Alla sua morte, la moglie Wanda, insieme alle figlie Fiamma e Giovanna, ha preso in mano le redini dell’azienda.

Piatti tipici e vino. Il comune di Bonito è famoso non solo per le sopra elencate pregevoli particolarità, anche per la produzione di olio e di uva aglianico da cui si ottiene un ottimo Taurasi, nonché per i suoi piatti tipici come il “pane scauniscu” e la “Migliazza”.
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