STORIA
La storia di Bonito è molto antica e risale probabilmente all’età Romana, come fanno pensare le testimonianze archeologiche di antiche terme rinvenute nei pressi della sorgente di acqua minerale detta Vetecala o Veticale in località Morroni, nei pressi del paese. Quindi, probabilmente la città faceva parte dei territori dell’antica Aeclanum, uno degli insediamenti romani più importanti dell’Irpinia, posto tra le valli dei fiumi Calore ed Ufita, in località Passo di Mirabella, accessibile dalla via Appia che attraversava l’abitato da ovest a est.
Le prime notizie certe relative all’esistenza di un centro abitato, risalgono al IX secolo, quando venne edificato il Castrum Boneti, il castello medioevale costruito a scopo difensivo dai Longobardi e ricostruito, poi, dai Normanni. In epoca angioina il centro divenne proprietà della famiglia locale dei Bonito, per poi passare in mano agli Orsini nel 1445, ai Pisaniello nel 1647, per poi tornare ai Bonito nel 1674.
Il comune venne seriamente danneggiato dapprima dal terremoto del Sannio del 1688 e, poi, da quello dell’Irpinia del 1732 .
Nel 1757 venne annessa, sotto i Borboni, al demanio regio.
Nell’Ottocento, all’epoca del regno delle Due Sicilie, il comune venne aggregato amministrativamente al circondario di Grottaminarda nell’ambito del distretto di Ariano e ne continuò a far parte anche in epoca post-unitaria
Negli anni della seconda guerra mondiale , tra il 1940 e il 1943, Bonito fu uno dei comuni della Campania destinati dalle autorità fasciste ad accogliere profughi ebrei in internamento civile. Gli internati furono liberati con l’arrivo dell’esercito alleato nel settembre 1943.
ETIMOLOGIA DEL NOME
Ci sono diverse teorie riguardo l’etimologia del nome.
La prima teoria collega il nome al sostantivo latino Bonetum, che significava “fortificazione a forma di berretto di prete” forma con la quale venivano realizzate le architetture militari.
In base alla seconda teoria il nome “Bonito”, sarebbe strettamente legato al culto di Bonito di Clermot, diffusosi in Francia e successivamente propagatosi in Italia.
Tuttavia, la tesi più accreditata è quella che abbia preso il nome dai feudatari omonimi, la famiglia Bonitus che detenne la signoria del feudo per diversi secoli.
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